Menu

 info@giornaleteatro.it  Recensioni, articoli, commenti sul mondo dello spettacolo teatrale.
VARIETA' - CINEMA - MUSICA

Articoli teatrali

A CURA DI: Sabrina Fasanella


    Invita un amico a leggere questo articolo

Il Pessoa DELL'ARIA


 

L’incanto onirico di questa prima visione è presto rotto dal primo dei tanti fugaci e potenti effetti sonori, vetri infranti fragorosamente, mentre si ripete ossessivo il tema dell’uomo che cercando la verità non fa che sbattere sulla vitrea illusione come una mosca alla finestra. In proscenio cominciano a sfilare, come in un numero da avanspettacolo, sette figure, sette Pessoa che si stagliano su un bianco abbacinante e straniante. Il palcoscenico è affollato dalle tante mutevoli versioni del personaggio/persona Pessoa, riconducibili ai suoi eteronimi: i sette interpreti (Maria de Medeiros, Aline Belibi, Rodrigo Ferreira, Klaus Martini, Sofia Menci, Gianfranco Poddighe, Janaína Suaudeau), imponenti, intensi e sospesi, sono tutti Pessoa e nessuno davvero lo è. Antonio Tabucchi spiegò che l’eteronimia va «intesa non tanto come metaforico camerino di teatro in cui l’attore Pessoa si nasconde per assumere i suoi travestimenti letterario-stilistici; ma proprio come zona franca, come terrain vague, come linea magica varcando la quale Pessoa diventò un altro da sé senza cessare di essere se stesso». Parallelamente il palcoscenico di Wilson è quello stesso terrain vague, porto, campagna, ristorante, cielo e mare in cui il regista muove la luce, gli elementi scenografici e gli attori stessi come ingranaggi tutti di pari importanza e significato. Dice ancora Tabucchi, «l’eteronimia di Pessoa rimanda semmai alla capacità di vivere l’essenza di un gioco, non ad una finzione ma ad una metafisica della finzione, o ad un occultismo della finzione, forse a una teosofia della finzione». ---- Fine

 

Sabrina Fasanella

15/06/2024